Transizioni
Nel triathlon, le transizioni sono di fondamentale importanza e spesso vengono definite «la quarta disciplina». Sia nella prima che nella seconda transizione, gli atleti devono eseguire correttamente e rapidamente una sequenza di operazioni subendo forti pressioni sia dal lato fisico che mentale.
Un’analisi di entrambe le transizioni (T1 e T2) indica dove e come è possibile guadagnare tempo. Nei vari esempi concreti trovi consigli e idee su come allenare le transizioni insieme ai tuoi atleti. Nel modulo di apprendimento digitale «Regole e materiale per il livello Foundation» trovi inoltre le informazioni tecniche.
La preparazione per la prima transizione comincia già durante il nuoto. Gli atleti si pongono diverse domande:
- Qual è la mia posizione nel gruppo?
- So dove si trova la mia postazione nella zona di transizione?
- Quali gesti eseguo e in quale sequenza?
I bravi concorrenti memorizzano il percorso e l’ordine in cui vanno svolte le varie operazioni. Al termine della gara di nuoto si passa da una posizione orizzontale ad una posizione eretta e si corre verso la propria postazione situata nella zona di transizione. In questo modo le pulsazioni aumentano notevolmente. Nella propria postazione situata nella zona di transizione bisogna effettuare in modo corretto e pulito i gesti specifici, così da riuscire ad eseguire una transizione veloce. Lo stress fisico indotto dalla gara, nonché la pressione psichica legata alla concorrenza rendono questo compito ancora più arduo. La parte iniziale del percorso in bicicletta è spesso ancora caratterizzata dalla frenesia suscitata dalla prima transizione.
Più gli anni passano e il livello aumenta, cresce anche l’importanza della prima transizione. Durante le gare con drafting a livello della Youth League (con bicicletta da corsa), riuscire a partire con un buon gruppo di ciclisti rappresenta un vantaggio. La prima transizione assume grande importanza perché può rivelarsi decisiva per la vittoria finale. Al livello Foundation, una transizione rapida è meno importante, ma dovrebbe essere allenata con esercizi adeguati in modo da facilitare l’evoluzione degli atleti.
Prima della fine del percorso in bicicletta gli atleti devono preparare la seconda transizione, durante la quale l’accento viene posto essenzialmente su due fattori: la corretta sequenza in cui vanno svolte le operazioni e un buon orientamento. Bisogna considerare che a questo punto della gara corpo e mente sono affaticati a seguito degli sforzi appena profusi. Una transizione veloce permette di guadagnare tempo e cominciare la corsa conclusiva con delle buone sensazioni.
Una transizione rapida influisce in modo positivo anche sulla mente:
- Se una transizione perfetta mi permette di ritrovarmi in una buona posizione nel gruppo di ciclisti, malgrado la prestazione che ho fornito nel nuoto sia stata mediocre, questo può infondermi motivazione.
- Parto più motivato/a nella corsa conclusiva se riesco a superare una/o o più concorrenti nella zona di transizione.
Una transizione rapida è importante. La forma di allenamento «Il re/ la regina della transizione» offre un’entrata in materia adeguata. In questo esercizio gli atleti camminano scalzi su un prato mescolandosi tra di loro. Ad un segnale corrono verso le rispettive scarpe da corsa, preparate in precedenza, le infilano il più rapidamente possibile e fanno uno sprint fino al traguardo.
Nelle forme di allenamento elencate di seguito trovi altri esempi concreti su come allenare le transizioni o i relativi elementi più importanti:
Lista dei link
Nel capitolo «Principi» hai scoperto i quattro punti chiave di una transizione veloce. Negli esempi di Good Practice ci sono esercizi che riguardano in modo specifico uno di questi punti?
Quali modifiche prevedi di apportare per adattare queste forme di allenamento all’età e al livello dei tuoi atleti? Quando ricorri a queste forme di allenamento?